sabato 7 luglio 2012

Grand Tour dell’Argentera

Valle Gesso

Ad appena una settimana di distanza dal giro del Monte Matto eccoci nuovamente in Valle Gesso a portare le nostre MTB a spasso fra rocce, nevai e vette aguzze tentando di concatenare, su tracce inedite per le due ruote, il giro della Regina delle Alpi Marittime, il Massiccio dell’Argentera...
Questo giro non si può definire prettamente “ciclistico” data la quasi totale quantità di portage in salita e l’obbligo di "cammalare" le nostre bighe anche per quasi tutti i 650m di discesa dal Colle Brocan a poco sopra il lago omonimo, ma gli ambienti estremamente selvaggi e la discesa dal Colle del Chiapous a Terme di Valdieri ai piedi del vallone di Lourousa, ripagano ampiamente della fatica...
Wild
... scendendo dal colle Brocan ... (foto Wild)
Venerdì 6 luglio, il giorno prima del giro, alle 22 e 30 in pizzeria, sono ancora ignaro di cosa mi attenderà il giorno seguente.  Il programma prevede un giro tranquillo di mezza giornata, un itinerario già presente nell’archivio cicloalpinistico… ma ecco che  il buon Filippo “Wild” mi chiama avvisandomi che avremmo avuto l’intera giornata a disposizione e che aveva in mente di fare il giro dell’Argentera, salendo per il rifugio Remondino e scendendo dal sentiero del rifugio Morelli-Buzzi. Io, senza pensarci troppo, confermo la presenza: l’orario è fissato, si parte alle 5:45 da Ferrania.
Alle 8 siamo in sella davanti alle Terme di Valdieri (1368m) Decidiamo di partire leggeri, rinunciando alle protezioni e dividendoci il materiale. Dopo 200m di dislivello pedalato in parte su asfalto e in parte su stradone inghiaiato, superiamo il Gias delle Mosche (1569m) e arriviamo all’attacco del sentiero che conduce al rifugio Remondino (2430m).
... Rifugio Remondino ...
Fatte le foto di rito prima della partenza vera e propria, prendiamo per la prima volta la bici in spalla… ancora non sappiamo quante ore passeranno prima di essere noi a stare sulla bicicletta!! La salita prosegue senza intoppi, qualche sosta ogni tanto per bere e riposare la schiena, un po’ di foto e in un’ora e mezza circa siamo al rifugio. Ci fermiamo a mangiare qualcosa e a chiacchierare con il gestore che, ascoltando il racconto del Giro del Matto, si mette a ridere divertito e ci dice che è impossibile…. Non ha idea di quanto si stia sbagliando! Chiediamo intanto un po’ di informazioni su ciò che ci attende  per la parte restante della prima salita e come ci aspettavamo, abbiamo ancora circa 450m di dislivello da fare per arrivare alle Colle del Brocan (2892m), tutto non su un vero e proprio sentiero ma su una infinita pietraia. Ripartiamo con la pancia un po’ più piena, le spalle un po’ più riposate e con la mente già sul colle. Dopo poche centinaia di metri giungiamo al primo nevaio, abbiamo gli occhi che brillano per l’emozione… siamo a più di 2500m, arrivati fin qui solo con le nostre forze e con le nostre bici…  non si può descrivere cosa si provi!!! Scattiamo foto a raffica con la reflex di qual matto di Filippo che sostiene che in fondo non pesa poi così tanto…
A tratti siamo costretti ad usare anche le mani per progredire, non senza difficoltà, a causa dell’ingombro della bici. Scopro però con piacere che il mio fedelissimo frontino (Norco Torrent 2005…) va bene anche come piccozza!!
... Lago di Nasta ...
Superati i nevai arriviamo in un posto da urlo e non è solo l’adrenalina a renderlo così bello! Ci troviamo sotto la Cima di Nasta, sulle sponde del lago di Nasta in parte ancora ghiacciato. Qua facciamo un’altra sosta, con 3 escursionisti increduli che ci chiedono "Che CaXXo …facciamo li con le bici al seguito"…  Ripartiamo poco dopo e incredibilmente, troviamo un piano di roccia che è…. ciclabile! Non ci sembra vero, riusciamo a fare cinquanta metri (lineari…) sopra la bicicletta! Incontriamo un altro escursionista che, dopo averci scattato una foto per essere sicuro di non aver visto un miraggio, dice che credendoci tutto è possibile... quali parole più sagge?
Ormai siamo agli sgoccioli della prima delle due salite della giornata. Superato il (breve) piano di roccia ciclabile, riprendiamo la bici in spalla e continuiamo a camminare. Il fondo non è per niente agevole, meno male che le solite scarpe da skate le ho lasciate a casa! Seguiamo dei bolli rossi e gialli che ci conducono nuovamente a un nevaio e successivamente in cima. Finalmente ci siamo. Voltiamo lo sguardo a valle, in direzione rifugio Genova e capiamo subito che la discesa non sarà un passeggiata…
Salutati i due gentili signori che ci scattano qualche foto sul colle, riprendiamo la bici in spalla per affrontare la prima parte di discesa, un’altra pietraia! Ci fa ben sperare la neve sottostante che sembra affrontabile in sella, ma purtroppo ricopre solo un breve tratto...
... discesa dal colle Brocan ...
 Non essendo a conoscenza di altri tentativi di discesa dal Colle del Brocan in bici eravamo privi di informazioni sulla sua natura… purtroppo (o per fortuna..?) abbiamo dovuto provare in prima persona la sua scarsa ciclabilità! Il fatto che non sia ciclabile non è dato dalla pendenza del sentiero o dalle difficoltà tecniche troppo elevate ma dai massi grossi come una Panda che si devono superare! Il 90% della discesa lo abbiamo dovuto fare con la bici sulle spalle, nemmeno portandola a fianco si riusciva a scendere. Nell’ultima parte del pendio il sentiero si calma, prima con ripide placche rocciose che si rivelano particolarmente scivolose (ma stupende da scendere…), poi con un tratto piuttosto tecnico (OC+ / T4 scala francese) che affrontiamo con difficoltà a causa della stanchezza, del male alla schiena e alle ginocchia…
Dopo novecento interminabili metri di dislivello in discesa fatti quasi interamente con la bici in spalla e  a 7 ore dalla partenza giungiamo al rifugio Genova (2015m). Ci sediamo a mangiare qualcosa dentro al rifugio e io mi sento un po’ demoralizzato… nonostante gli splendidi posti attraversati sono un po’ deluso dalla discesa fatta con la bici in spalla e in quei momenti, a causa della stanchezza, aumenta il desiderio di abbandonare il progetto e scendere ad Entraque, tagliando quasi metà itinerario. Fortunatamente Filippo è più allenato e un po’ più riposato e questo fa in modo che il suo cervello ragioni ancora da CinghiAlpinista piuttosto che da persona sana. Mi convince (fortunatamente) senza neanche troppe difficoltà a proseguire e alle 15,30 partiamo dal Genova per affrontare il colle del Chiapous (2526m).
... quasi al colle del Chiapous ...
Scendiamo (in bici, non sembra vero) su uno stradone inghiaiato fino alla diga a quota 1980m e attacchiamo il sentiero che conduce al passo indicato a 2h di distanza. All’inizio siamo speranzosi, il fondo sembra ciclabile e riusciamo a pedalare… per pochi metri! Dopo un paio di tornanti siamo nuovamente noi a portare la bici osservati da curiosi camosci che ci guardano dall’alto… Avverto Filippo che su circa 550m di dislivello da affrontare dovrà aspettarmi mezz’ora in cima… La salita è interminabile, per ben 3 volte ho creduto di essere arrivato e tutte e tre le volte mi sono accorto che in realtà il sentiero continuava a salire… solo la voglia di chiudere l’anello ci ha portati in cima! Incredibilmente centro in pieno la previsione e dopo 2 ore di spintage (non riuscivo più a tenerla in spalla la bici, avevo dolori ovunque….) arrivo finalmente all’ultimo colle, esattamente mezz’ora dopo Filippo che mi aspetta in cima un po’ preoccupato per le mie sorti e infreddolito… Siamo estremamente felici e soddisfatti, Filippo mi corre incontro entusiasta, non stiamo più nella pelle dalla voglia di fare l’ultima discesa!!
... ai piedi del monte Stella ...
Scattata ancora qualche foto partiamo per la discesa. Ci aspetta ancora una sosta al rifugio Morelli-Buzzi (2350m), ma prima dobbiamo affrontare un’altra pietraia non molto ciclabile… ormai però siamo esperti in pietraie e in poco tempo siamo su un fantastico sentiero che ci condurrà fino a Terme di Valdieri. Al Morelli ci guardano un po’ stupiti e noi ci sentiamo orgogliosi della nostra avventura. Quando stiamo per scattare una foto con l’autoscatto vediamo il gestore uscire di corsa per venire a farci la fotografia… Siamo stanchi morti ma non molliamo e imbocchiamo il sentiero che punta dritto a valle. All’inizio della discesa mi sento un po’ giù di nota, Filippo invece viaggia sulle pietre più come uno stambecco che come un cinghiale. Riesco poi a riprendermi e ci facciamo qualche passaggio tecnico da brivido, tornantini, pietroni… la discesa non finisce mai e anche l’ultima parte nel bosco sembra interminabile, con i suoi tornanti che, nonostante tutto, tentiamo ancora di fare in noisepress… Le gambe e le braccia sono un tutt’uno con la bici, si muovono in sincronia nonostante la stanchezza infinita…
Dopo 12 ore trascorse in giro per la valle, alle 20 arriviamo alla macchina ... non riesco a piegare le ginocchia… sarà Filippo a guidare la mia macchina per il rientro perché non riesco a muovere un muscolo! Un giro vissuto, bellissimo, direi impareggiabile. In compagnia del Re dei Cinghiali, abbiamo passato una giornata in concorrenza con i camosci…
Una nota di merito ai gestori dei 3 rifugi che abbiamo incontrato lungo il percorso (Remondino, Genova e Morelli-Buzzi) che ci hanno dato preziose informazioni ed accolti con grande calore e grazie a quella mente malata di Ferrania per aver ideato il giro!
Amedeo "Cavalletta"
... discesa su Terme di Valdieri ...

Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:
Per vedere altre foto clicca sul link degli amici Cinghial:

Dati del giro:

Terme di Valdieri - Gias delle Mosche - Piano della Casa - Rif. Remondino - Colle del Brocan - Rifugio Genova - Colle del Chiapous - Rif. Morelli - Terme di Valdieri

Presenze: Wild, Amedeo (Cavalletta)

Quota di partenza: 1368 m (Terme di Valdieri )

Quota Max: 2892 m (Colle del Brocan)
 
Disl: 2330 m

Ciclabilità salita: 25 %

Ciclabilità discesa : 62 %

Difficoltà:  (n.c.) / OC  
               M3-T4-E2

Sviluppo: 31 Km
1

Nessun commento:

I contenuti del sito sono di proprietà di cicloalpinismo.com e sono protetti dalla normativa vigente sui diritti d'autore. Ogni riproduzione parziale o totale dei testi, delle immagini e dei video è assolutamente vietata, salvo autorizzazione. E’ vietato, inoltre, l’uso dei file per fini commerciali e comunque per fini diversi dall’uso personale. Ogni abuso sarà perseguito ai sensi della normativa vigente.
Gli autori non garantiscono l'esattezza e l'esaustività dei testi (itinerari, tracciati, tracce GPS ecc...) e non si assumono alcuna responsabilità su eventuali incidenti, inconvenienti o qualsivoglia infortunio che possa derivare dall'uso o dall'interpretazione delle informazioni divulgate sul sito. Le percentuali riguardanti la ciclabilità dei percorsi sono puramente indicative e assai soggettive ...