lunedì 1 febbraio 2016

Testa di Peitagù (1816 m) ... per il sentiero P64b

Valle Stura di Demonte

Se avete voglia di un giro non troppo impegnativo fisicamente, da fare in una mezza giornata, ma che sappia regalarvi una vera overdose di adrenalina, forti emozioni con esposizioni davvero paurose e il tutto racchiuso in un migliaio di metri di single track assortito, ecco, la Testa di Peitagù di certo non deluderà le attese.
Questa che andiamo a descrivere è la nostra seconda discesa tra le pareti di questa, poco conosciuta, barriera rocciosa ... della prima esperienza (clicca) avevamo apprezzato tantissimo la discesa a dir poco unica, ma la via di arroccamento e il trasferimento finale da Aisone a Demonte su bitume non erano stati il massimo ... oggi vediamo di rimediare!
Bobo
... Peitagù: atto secondo!
Parcheggiata l'auto nella piazza di Aisone che precede il semaforo, scarichiamo basiti le nostre bici ... 1 febbraio 2016, ore 9.00 ... temperatura: 16 gradi! In questo pazzo inverno di uscite climaticamente strambe ne abbiamo fatte tante, ma questa le batte tutte!
L'obbiettivo di oggi è riuscire a chiudere l'anello senza praticamente toccare bitume seguendo le tracce suggerite da Kostola in un commento al nostro primo "Peita"; risaliamo quindi la stradina che passa di fianco all'edificio del comune fino ad una casa dove una balise indica "Madonna del Pino".
Aggirata la casa prendiamo quindi a destra (direzione valle) seguendo le tracce di un sentiero in perfetto stato di conservazione, con fondo perfetto, che alterna rampe micidiali a idilliaci traversi con brevi e divertenti discese ... con una buona gamba è praticamente pedalabile integralmente e risulta parallelo alla statale della valle Stura ma 200/300 metri più in alto andando a tagliare i pendii che stanno sotto i suggestivi baratri delle punte Chiavardine. Questo sentiero fa sicuramente parte dei sentieri storici che univano le antiche borgate tra Aisone e Demonte e i segni di molti ruderi e muretti in pietra confermano storie di vita vissuta.
... risalita sul versante vallone dell'Arma ... 
Sbucati alla borgata Rifodon (906 m) sopra S.Grato, seguiamo le indicazioni per la Madonna del Pino lungo una carrareccia larga che in breve ridiventa la fotocopia della traccia appena pedalata, che spettacolo di sentiero! Decisamente appagati confluiamo su un tornante a quota 1000 m nei pressi della "Madonna del Pino" (1030 m) che evitiamo, abbandonando la carrareccia e svoltando a sinistra in direzione S.Giacomo (balise). Passati sul versante Vallone dell'Arma confluiamo in breve sullo stradone sterrato descritto la volta scorsa. Poco meno di 800 m ci separano dalla vetta che raggiungiamo in un'oretta di pedalata nel bosco con infidi tratti a fondo ghiacciato, del resto siamo in piena esposizione nord e siamo pur sempre al primo di Febbraio.
... panorama sul lato destro idrografico della Stura ...
Una volta giunti sull'ampia depressione erbosa denominata Sella Pra’d Giacu, punto panoramico posto sullo spartiacque tra vallone dell’Arma e valle Stura seguiamo una traccia di carrareccia che solca il fondo erboso con decorso tortuoso.
Tralasciamo sul margine meridionale della sella la balise che indica la discesa già conosciuta e descritta lungo il sentiero P64 per Pirone e proseguiamo il crinale direzione sud-est fino a raggiungere un'altra balise che indica la vera vetta della Testa di Peitagù dove ci concediamo una breve sosta per ammirare il panorama. Al momento di ripartire rimaniamo un attimo interdetti visto che la traccia, opportunamente segnata ma non evidente, ci catapulta con due ripidi tornanti nel versante Stura.
... Sella Pra’d Giac, quasi in vetta al Peitagù ...
Proviamo a rimanere in sella sul primo ma già sul secondo ci vediamo costretti a desistere perché questa parte iniziale si presenta davvero ripida con salti di roccia, pini caduti e una discreta esposizione. Dobbiamo perdere poco meno di 100 metri di quota prima di ritrovare una traccia che consenta una progressione divertente in sella alle nostre bici. In breve infatti cambia lo scenario, siamo sempre sul crinale, tra Stura e Arma,  ma questa volta immersi in un bosco privo di esposizione con pendenze blande che definire "flow" è dire poco! In velocità incontriamo la balise di quota 1636 m che indica il sentiero P64b che prendiamo svoltando a destra e abbandonando definitivamente la dorsale.
... discesa veloce in faggeta ...
Il tratto iniziale rimane veloce e scorrevole in una idilliaca faggeta poi alcuni traversi nel bosco che si fa sempre più ripido anticipano la parte più spettacolare della discesa. Fine del bosco e siamo sull'orlo del baratro, ma come già accaduto la volta scorsa il sentiero con un lungo traverso taglia l'esposta parete incuneandosi in un canale detritico. Sembra impossibile che qualcuno si sia studiato una traccia su un pendio del genere, ma c'è ed è pure fattibile in sella anche se rispetto al sentiero gemello il fondo in questo tratto è molto più disastrato e pieno di insidie ... bisogna stare davvero attenti, un minimo errore e potreste non raccontare a nessuno questa avventura!
... fine del Bosco, adrenalina a mille ...
Perdiamo quota tra qualche passaggio al limite e qualche piede in terra e man mano che si scende la traccia diventa meno ripida e il fondo migliora sensibilmente fino a trasformarsi in un idilliaco serpentone tutto tornanti ... che roba! Ormai siamo in prossimità dell'abitato che raggiungiamo sbucando sulla statale subito a monte del paese dall'altra parte del semaforo dove non rimane che pedalare gli ultimi e unici 150 metri lineari di bitume per ritrovare l'auto ... in definitiva questa è davvero un'ottima variante al mitico Peitagù forse un goccino meno spettacolare ma sicuramente più varia e con tratti guidati decisamente più interessanti ... da intenditori!
Bobo
... seconda variante di discesa al Peitagù ...
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:

Dati del giro:

Anello Aisone - Rifodon - Madonna del Pino - Sella Pra’d Giacu - Testa di Peitagù - Bivio P64b - Aisone

Presenze: Bobo, Flavio

Quota di partenza: 834 m (Aisone)

Quota Max: 1816 m (Testa di Peitagù)

Disl: 1200 m

Ciclabilità salita: 99%

Ciclabilità discesa : 94%

Difficoltà: BC/OC+
                  M3-T4-E4

Sviluppo: 20,5 Km

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