martedì 26 giugno 2018

Cima Scarason (2356 m)

Valle Pesio

Tornare indietro di quattro mesi per ripercorrere questa indimenticabile giornata non è facile. I ricordi sono ancora freschi e indelebili, le emozioni forti e vive, ma parte del territorio che descriverò ahimè non è più lo stesso. Già, perché a volte succede che l'uomo voglia modificare ciò che i nostri avi hanno costruito nel tempo con fatica per motivi non certo turistici... e la montagna sanguina e soffre. Io soffro con lei, perché mi ritrovo impotente a voler difendere il mio rifugio tra i monti lontano del caos e la genuinità di sentieri che ho sempre amato e ritenuto perfetti per il loro ambiente magico un po' selvaggio e per quella giusta dose di difficoltà ciclistica che mi faceva gioire soddisfatta nel conquistare sui pedali un Passo. Quindi chiudo gli occhi e cerco di riavvolgere il nastro di questi quattro mesi per raccontarvi fedelmente una giornata speciale.
Chiaretta
... in bike sulla vetta dello Scarason ... 

La mattina del 26 giugno la sveglia suona presto. Ormai sono abituata a privarmi di ore di sonno per riuscire a ritagliarmi il tempo per la mia irrinunciabile passione per la bici. Dopo anni da “stradista” ho tradito la leggerissima per un amore che sta diventando ancora più forte, la mountain-bike nella sua versione più alpina e grezza, che mi permette di immergermi nel cuore della montagna meno popolare. Poco mi importa se il terreno e le mie capacità tecniche ancora migliorabili mi impediscono spesso la pedalata; ho capito che se la bici passa sulle spalle è ugualmente divertente!
Quest'anno poi il mio obiettivo ha un nome importante, Ironbike, e un buon allenamento è doveroso.
... battesimo cicloalpinistico ...
Da anni seguo con stupore, curiosità e stima il sito Cicloalpinismo, fonte di ispirazione e di confronto di molte mie avventure. L'appuntamento di oggi con Bobo, “l'imperatore del portage”, mi emoziona ma allo stesso tempo mi intimorisce, ancora ignara che questa prima di tante gite sarà il mio “battesimo” nel Cicloalpinismo. Alle 5,30 sono già in bici, in compagnia di una pila frontale ... e della pioggia! Il mondo ancora dorme e io attraverso la silenziosa Cuneo con passo spedito, spinta dalla temperatura fresca e dalla voglia di terminare i 25 noiosi km di asfalto.
Arrivo alla Certosa di Pesio (859 m) in contemporanea con Bobo... tempismo perfetto!
... mettiamoci alla prova ... 
Il mio timore scompare appena mi ritrovo di fronte una saltellante persona semplice e allegra, che mi trasmette subito buonumore. Come me, anche lui sembra incurante del brutto tempo, impaziente della nuova gita. Resta vago sulla meta di oggi; ho la sensazione che nella prossima ora sarò sotto esame e che Bobo voglia “studiarmi” prima di propormi la ciclopirlata odierna! Scegliamo di raggiungere Pian delle Gorre (1032 m) su asfalto e, sfoggiando le mie doti da passista, affronto quei pochi chilometri con pedalata quasi agonistica. Entrando nel cuore del Parco Naturale del Marguareis riconosco i luoghi a me cari e famigliari; il passo si fa finalmente più lento mentre imbocchiamo la larga strada forestale che risale il Vallone del Saut nel bellissimo bosco di latifoglie e abeti bianchi.
... a futura memoria, il bellissimo sentiero del Duca ...
Ci gustiamo quel chilometro e mezzo di agile pedalata fino ad arrivare allo spiazzo dove si distacca sulla sinistra il sentiero per il Rifugio Garelli e il Vallone del Marguareis. Evitando questo bivio, intuisco che la strada che Bobo ha in serbo per la nostra gita sia la bellissima mulattiera (strada ex-militare 194) che risale al Passo del Duca, e subito me ne rallegro. Attraversiamo il Torrente Saut su due ponti di legno trascurando il sentiero per le Cascate del Saut e procediamo nel bosco sull’ex militare realizzata nel 1940 probabilmente come via di invasione italiana verso la Francia. Ho sempre amato questa mulattiera, sia per il paesaggio suggestivo del sottobosco, sia per le caratteristiche del sentiero ciclisticamente impegnativo ma non proibitivo, un premio per gli appassionati della mountain-bike con discrete capacità di tecnica, equilibrio e resistenza.
... Colle del Prel dalla Testa del Duca (23/10/2018) ... 
Il tempo uggioso contribuisce a rendere l’atmosfera fatata e misteriosa e, prendendo quota in modo costante, aggiriamo nel bosco la lunga dorsale che scende dalla Testa del Duca (2052 m) fino al Gias degli Arpi (1435 m) (ultimo rifornimento idrico). Le gambe sembrano trovare il loro pane su quella vecchia mulattiera che presto abbandona il bosco incantato di faggi e abeti bianchi per immettersi nel Vallone degli Arpi sotto la ripida parete rocciosa della Testa di Murtel (2066 m). Il pendio risale costante sul sentiero sempre più stretto fino al Colle del Prel Soprano (1926 m) su lunghi tornanti dalla pedalata ora più impegnativa.
... portage carsico quasi lunare ...
L’ultimo strappo finale sotto la Testa del Duca ci regala sprazzi di visuale sulla Valle Pesio ancora intorpidita nella nebbia mentre svalichiamo tra tagli nelle rocce al noto Passo del Duca (1989 m). L’entusiasmo della bellissima mulattiera appena percorsa sembra contagiare anche il cielo che ci accoglie con un pallido sole. Ora la mia curiosità per la meta odierna è veramente incontenibile e ascolto a bocca aperta Bobo mentre emozionato mi propone… la Cima dello Scarason! ... “Scara… che???” ... La sua delusione è palese quando capisce che per me quello è un nome e un luogo oscuro, ma paziente mi illustra la via di ascesa indicando qua e là qualcosa nella nebbia.
... Scarason ciclabile ... 
Al primo tornante in discesa verso il Gias dell’Ortica abbandoniamo la vecchia mulattiera su un sentiero poco visibile ma discretamente segnato, ed è subito portage! Risaliamo il crinale est della bellissima Conca delle Carsene sotto la linea di cresta delle Rocce Scarason seguendo le tacche bianco/rosse. Il paesaggio che ci accompagna è un meraviglioso mare di rocce biancastre caratteristiche dell’ambiente carsico che brillano tra i morbidi pendii erbosi. Bobo pare uno stambecco e io seguo in silenzio il suo passo spedito fingendo di non badare al peso della bici sulle spalle.
... in vetta, probabile prima discesa in mtb ... 
Sembra conoscere perfettamente quelle zone e mi stupisco quando individua il crinale di salita verso la cima nonostante la nebbia. Abbandoniamo perciò le tacche e puntiamo in alto dove si intravede un panettone che man mano appare più nitido e visibile, la Cima dello Scarason (2356 m)! La raggiungiamo su un ripido pendio e alleggerendo finalmente le spalle mi godo lo spettacolo di quel posto e la descrizione di Bobo che entusiasta mi illustra quella cima “double face” indicandomi i paretoni nord che racchiudono alcune tra le vie di arrampicata più epiche di questa porzione di Alpi a cui si contrappongono i più docili pendii carsici sui versanti mare che, a detta sua, “ben si addicono ad rotolamento”.
... il versante Roya sotto il Passo Scarason ...
Pur sentendomi impreparata mi godo quel paesaggio così bello e assaporo il profumo della soddisfazione e della leggerezza! E’ tempo di proseguire purtroppo e mi assale il timore della discesa in bici. Con stupore noto che il pendio regala lunghi tratti in sella grazie a un fondo ondulato che attraversa le lunari doline caratteristiche del luogo; puntiamo il Passo dello Scarason (2302 m) che in breve raggiungiamo svalicando il patrio suolo e affacciandoci sul versante Roya. Non ci resta che scendere verso Plan Ambreuge facendo girotondo attorno al Monte Carsene e alla Punta Straldi.
... Colla Piana di Malaberga, Marguareis sullo sfondo ... 
Per chiudere l'anello optiamo per la via meno scontata evitando la larga strada sterrata della Via del Sale, e restiamo in quota sul sentiero che con sali e scendi prosegue diretto alla Colla Piana di Malaberga e quindi alla Capanna Morgantini (2237 m) dove ritroviamo la bella mulattiera abbandonata al Passo del Duca. La percorriamo quindi in discesa passando dal Gias dell’Ortica in modo da chiudere così il nostro anello. Con un po’ di nostalgia salutiamo il paesaggio lunare delle bianche rocce carsiche e ci tuffiamo sulla nostra amata mulattiera percorsa in mattinata. Ciò che in salita si conquista con fatica e sudore con la sola forza delle gambe e della determinazione merita un giusto premio, perciò ci godiamo emozionati la nostra divertente discesa.
Chiaretta
. Marguareis e Scarason a destra (23/10/2018) ...  
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:
Dati del giro:

Certosa di Pesio - Pian delle Gorre - Gias degli Arpi - Passo del Duca - Cima Scarason - Passo Scarason - Colla Piana di Malaberga - Capanna Morgantini - Gias dell'Ortica - Passo del Duca - Gias degli Arpi - Pian delle Gorre - Certosa di Pesio

Presenze: Chiaretta, Bobo

Quota di partenza: 859 m (Certosa di Pesio)

Quota Max: 2356 m (Cima Scarason)

Disl.: 1900 m

Ciclabilità salita: 80%

Ciclabilità discesa: 98%

Difficoltà: BC+/BC+
                 M3-T3-E2


Sviluppo: 37 km

  • Aggiornamenti - Varianti - Sentieri associati

17 Ottobre 2013 - Anello della Cima Mirauda

26 Luglio 2009 - Giro del Marguareis

29 Settembre 2008 - Anello della Cima della Fascia

1 commento:

Lidia ha detto...

Tantissima stima E complimenti per la bellissima recensione!!!

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