giovedì 2 luglio 2015

Punta Ciarnièr (2573 m) ... "Tornanti di storia"

 Valle Stura di Demonte

... e venne il giorno del Ciarnièr che usando una terminologia cara agli alpinisti, potrebbe essere considerato l'ultimo grande "problema cicloalpinistico" ancora irrisolto, in quel pozzo senza fondo di itinerari che è la valle Stura di Demonte.
Non sto a dirvi quante volte ho pensato a questa cima, l'ho osservata da tutte le angolazioni e ho chiesto pareri a un sacco di gente (... alcuni me la sconsigliavano perfino "a piedi" ... ) ma in definitiva di informazioni precise sullo stato del sentiero ne ho trovate davvero poche e spesso decisamente datate: di certo c'era quella strategica fortificazione in vetta e quindi di conseguenza doveva esserci anche la via di arroccamento usata per costruirla ... se andate avanti nella lettura scoprirete in che stato l'abbiamo trovata e se siamo riusciti a farci rotolare le ruote!
 Bobo

Punta Ciarnier...tornanti di storia! from Cicloalpinismo on Vimeo.

Con l'aiuto della carta e facendo affidamento sulle esplorazioni scialpinistiche che in questi anni mi hanno portato a girovagare nelle immediate vicinanze della nostra meta odierna, studiamo una via di arroccamento che non ci faccia rinunciare al uno dei punti cardini del nostro modo di concepire un itinerario, nonchè chiodo fisso, il "giro ad anello"; ci giochiamo la carta che prevede di pedalare esattamente la metà del dislivello totale, mentre per la seconda parte della gita ci sarà spazio solo per un truce portage senza compromessi ... proprio come piace a noi!
... Punta Ciarnièr ... problema quasi risolto ...
 Col sempre più fedele compagno di camallage, PistrolCodda, di prima mattina passiamo Vinadio, imbocchiamo la statale del colle della Lombarda, passiamo Pratolungo e risaliamo in auto fino alla piazzuola che si trova 4 tornanti sotto il bivio Lombarda/vallone di Riofreddo già teatro di numerose partenze (vedi Orgials, Aver ecc...)
Risaliamo l'asfalto del colle della Lombarda fino ai Baracconi di quota 1533 m (ultima possibilità di rifornimento idrico). Qui abbandoniamo l'asfalto attraversando un ponticello in cemento dove un'ampia e piacevole carrozzabile ci conduce tra i pascoli del selvaggio vallone di Maladecia, meta di numerose straconosciute gite scialpinistiche.
... sullo sfondo la Testa Gias dei Laghi ...
 In un baleno ci ritroviamo al Gias soprano di Maladecia (1750 m) sospinti da un mare di mosche e tafani che per nostra sfortuna sembra che oggi hanno deciso di spararsi pure loro un Ciarnièr ...
Una balise "Forte Ciarnièr", fissata sul muro della costruzione indica la retta via nel pendio soprastante; caricata la bici sulle spalle, fatichiamo abbastanza a trovare le tracce del sentiero, davvero poco marcato, che attraversa il pendio prativo in direzione valle; prendendo quota in prossimità di alcune roccette, la traccia diventa più marcata e ripida, attraversando un rado lariceto fino ad arrivare ad un ripiano dove sorge una costruzione circolare in pietra. Qui svoltiamo a dx e perdiamo nuovamente le labili tracce, ma di tanto in tanto qualche ometto di pietre ci conforta che la direzione sia quella giusta.
... al colle Resdour ...
Sopra la nostra testa in lontananza fanno la loro comparsa i ruderi del Forte, noi continuiamo a salire col pesante fardello rigorosamente sulle spalle e una colonia vorace di insetti volanti decisi più che mai a vincere la quota. Pieghiamo lievemente alla sinistra del forte e saliamo una specie di cengia che finalmente ci scodella sul colletto tra la cima Resdour e la punta Ciarnièr (2440 m); qui incrociamo la nostra discesa e non rimane che percorrere gli ultimi 150/200 metri che ci separano dalla vetta lungo i resti di una antica militare in stato di abbandono, tutta tornanti davvero sorprendenti. In cima (2573 m) troviamo la fantastica costruzione che avevo visto solo in fotografia e dal vivo è ancora meglio, un vero spettacolo! La posizione è memorabile, a picco sulla valle Stura, da una parte la Testa Rimà, dall'altra parte il paretone della Maladecia e poi tutto l'arco delle marittime spalmate ... è davvero incredibile che un'opera del genere, probabilmente risalente all'epoca Napoleonica, sia lasciata andare in uno stato di totale abbandono ... viene da pensare che queste cose accadano solo in un paese come l'Italia così tanto storicamente ricco, quanto culturalmente povero!
... un capolavoro dell'arte militare ...
Braccati dai tafani partiamo per la discesa ripercorrendo a ritroso i tornanti fatti in salita che ci regalano dei gran passaggi, spesso davvero ostici, ma con qualche piede a terra qua e là ci ritroviamo al colletto pronti per affrontare l'ignoto. A prima vista dall'alto vediamo che affronteremo una prima planata in una conca dove sorgono dei ruderi di caserme militari, a cui seguirà un'inaspettata risalita a zig zag per guadagnare un colletto. Questa parte di discesa è tutta sul versante del Vallone di Sant'Anna e la partenza non è delle migliori; i primi 20 metri sono su pendio ripido in cui la militare è stata spazzata via da una frana e dove un PistrolCodda in grande forma si regala un bel ruzzolone senza conseguenze. Ripresa la militare sul lato sinistro del vallone, ci aspettano un'infinita serie di tornantini e traversi tutti su roccia, bellissimi e tecnicissimi dove è importante saper "galleggiare" bene tra i pietroni.
... "Tornanti di storia" ...
Passate le caserme la militare diventa più facile, con tornanti su erba e muretti di contenimento spettacolari in ottimo stato di conservazione, da far invidia alla Balconata del Valasco. Non ci resta che risalire il colletto spingendo la bici e proseguire la militare sempre ottimamente ciclabile fino a svalicare (... pedalando... ) un secondo colletto che ci innette definitivamente sul versante del Vallone di Riofreddo. Un breve tratto ciclabile, ma con folta vegetazione, e ci ritroviamo catapultati in un terreno che definirei simil Cambogiano ... ortiche, arbusti, erba ... si vede a mala pena la bici, figurarsi il sentiero. Siamo circa a quota 1900 m e per almeno 400 m saranno più i tratti a piedi che quelli in sella. Un vero peccato perchè il sentiero che esiste e in alcuni brevi tratti si presenta bello e articolato è stato divorato dalla vegetazione. Scendendo la vegetazione cambia compaiono i primi faggi e scompaiono le ortiche.
... muri a secco fatti a regola d'arte ...
La traccia sarebbe a questo punto un veloce toboga che però risulta invaso da una quantità enorme di rami e alberi caduti in cui salvare il cambio non appare così scontato ... alla fine sbuchiamo indenni sotto la diga di Riofreddo (balise - quota 1063 m) a poche centinaie di metri dalla macchina con un pò di amaro in bocca. Un sentiero del genere non può essere lasciato andare in questa maniera ... se non si interviene tra qualche anno non ci sarà più nulla. Questa volta non consigliamo a nessuno di andare a ripercorrere questo itinerario in bike, anche se le emozioni che ci hanno regalato i primi 600 m di discesa non le dimenticheremo tanto presto, ci auguriamo però che almeno da un punto di vista escursionistico ci si ricordi del Ciarnièr e che questa descrizione contribuisca a creare un minimo di interesse per questo luogo ... è un posto unico, stupendo, ricco di storia, merita di essere visitato e preservato ... passate parola!!!
Bobo
... Punta Ciarnièr e la conca dove si snoda la militare ...
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:


Dati del giro:

Anello Pratolungo - vallone di Sant'Anna - Baracconi - Gias Soprano di Maladecia - Colle Resdour - Ciarnier - Colle Resdour - Sentiero P61 - vallone di Riofreddo - Pratolungo

Presenze: Bobo, Andrea

Quota di partenza: 970 m (Tornanti sopra Pratolungo)

Quota Max: 2573 m (Ciarnièr)

Disl: 1790 m

Ciclabilità salita: 50%

Ciclabilità discesa : 65%

Difficoltà: MC/EC
                 M2-T5-E3

Sviluppo: 24 Km

  • Aggiornamenti - Varianti - Sentieri associati

9 Ottobre 2013  - Colle d'Aver (2585 m)

11 Luglio 2011  - Giro  del Malinvern

31 Luglio 2010  - Anello dell'Orgials

4 commenti:

Maki ha detto...

Bellissimo!
Sulla mia IGC d'epoca ('86) oltre al sentiero fatto da voi per scendere è segnato anche un collegamento con il Passo Ciarnier che poi scende direttamente nel vallone di Riofreddo verso Forest Nadin. Se no dalla quota 2000 del "vostro" sentiero ne segna anche un altro con varie diramazioni che scende, fra gli altri, su Forest Gula e Forest Poud. Avete visto tracce di tutto ciò?

Bobo ha detto...

Ciao Maki,
la militare che porta al colle Ciarnier e poi prosegue sul versante Riofreddo esiste e a mio avviso potrebbe essere percorribile ... poi però da circa quota 2200 m sembra finire nel nulla per poi riprendere decine di metri più in basso ... si vede pure su googlearth! Di quella invece che si stacca da quota 2000 della nostra traccia, francamente non ne so nulla ne tantomeno ho visto tracce di possibili varianti ... da lì in giù si fà già fatica a seguire l'originale ;-)

wally76 ha detto...

Ciao ragazzi. Ad un appassionato di cicloalpinismo e di ingegneria militare fa male al cuore leggere relazioni così! Condivido pienamente il fatto che solo in Italia si riesce a lasciare al proprio destino un'infinità di "bellezze" storiche (questa compresa) che sono state l'orgoglio del genio militare. Ho intenzione di fare una gita prima possibile(...magari con gli scarponi...)per visitare questo luogo meraviglioso e relative rovine(purtroppo) e mulattiere! Grazie, come sempre! Valter.

Bobo ha detto...

... grazie a te ... facci sapere in che stato trovi la parte bassa, non sia mai che avvenga il miracolo e qualcuno si metta una mano sulla coscienza e provveda al recupero ;-)

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